mercoledì 30 aprile 2014

I social come luogo della richiesta

Ho pensato ai casi di adolescenti che si sono suicidate recentemente. Le ragioni sono spesso degli apprezzamenti sull' aspetto fisico: "sei brutta",  "vai a nasconderti" ecc.
Ora, se delle frasi postate da sconosciuti sul profilo di un network hanno tanto sconvolto recentemente una bimba di 14 anni è perché inevitabilmente, sempre e a ogni età, tutti noi ci identifichiamo con la nostra fisicità.
Vogliamo essere apprezzati, guardatati, toccati, accarezzati per sentirci degni di esistere e di abitare il mondo. 
Questo desiderio è così radicato nella nostra specie che addirittura non tolleriamo neppure che uno sconosciuto vada a lacerare la nostra immagine, vada a infangare con un commento sgradevole la debole, fragile, tremante identità che ci stiamo costruendo. 
Sì perché l'identità, quella vera che ti fa dire "io sono io", anche noi che ormai siamo vecchi ce la siamo costruita guardandoci allo specchio, e con occhi severi. Solo lo sguardo di chi ci ha voluto bene, narcisi a parte, è stato in grado di farci accettare la figurina che ci sembrava così priva di attrattiva, di farci sopportare i fianchi larghi o stretti, le gambe storte, gli occhi prominenti. Noi, se fossimo stati i giudici, non ci saremmo perdonati.
Chi ci ama ci aiuta ad affrontare questa distanza dalla armonia e dalla perfezione alle quali, non si sa per quale ragione, ci sentiamo destinati. Sentirci amati ci rende possibile presentarci agli altri per quello che siamo, chiedendo e dando comprensione perché per primi siamo stati accettati e compresi.
Per l'adolescente tale desiderio di amore è assoluto, dirompente. In questo periodo (come in tutte le "età fragili" della nostra vita) abbiamo bisogno anche dell'amore degli sconosciuti. Credo che i social network siano un luogo nel quale questa richiesta viene gridata. 

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