giovedì 28 febbraio 2013

La creatività delle file

Il Corriere della Sera riportava giorni fa una ricerca secondo la quale il tempo che passiamo in fila, aspettando il nostro turno, è di alcune centinaia di ore l'anno. Nell'articolo tale tempo veniva considerato come strappato alla vita. Tempo perduto. Mi permetto di dissentire. Adoro le file, mi concedono una libertà impossibile da raggiungere in altre occasioni, riposo, quiete e solitaria meditazione.
Ho trovato molte soluzioni a problemi personali e lavorativi in fila, col mio numero progressivo in mano. Mi sono dedicata, legittimamente  alla mia attività preferita: osservare la gente, in fila al bancone del supermercato. In fila, dal panettiere, in una via del centro di Milano, ho scritto su un tovagliolo di carta la poesia che mi ha fruttato un primo premio a un concorso di opere inedite. Sempre in fila, alla posta, su un bollettino, ho scritto una brevissima seconda poesia, che mi ha dato la possibilità di venir pubblicata in una antologia tutta al femminile.
Non avrei trovato migliore ispirazione, ascoltavo, vedevo, guardavo, annusavo. Finalmente sola, libera, in giustificato riposo.

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